domenica 16 gennaio 2011

sei una bella ragazza...




sei una bella ragazza..

di njara



..sei una bella ragazza le disse suo padre rimirandola allo specchio..
si..sei proprio una bella ragazza le disse un giorno sua madre pensando però ad altro e vergognandosi confusa..

si davvero..sei una bella ragazza le disse un giorno un amico portandola per mano sul motorino appena comperato..

si..sei proprio una bella ragazza le disse un giorno lo specchio rimandandole però un'immagine che a lei parve confusa..

elisa era cresciuta..era diventata grande..e l'ombra di quella bella ragazza che era stata ora non c'era più..o perlomeno ad elisa sembrava cosi..
ma una mattina si svegliò e non fece la fuga davanti lo specchio del bagno..ma si fermò imperterrita a guardarsi..a rimirarsi..
gli occhi erano sempre gli stessi..maagari un po' più spenti..forse un po' più confusi..
l'ovale del viso..bhè quello era cambiato..cosi le parve..cosi le sembrò mentre si aggiustava i capelli ribelli..
accidenti solo questi sono rimasti uguali disse ad alta voce elisa mentre una lacrima repentina le scivolò sul viso che si illuminò un po'..
non mi piace piangere pensò elisa..mi piace ridere..voglio ridere..debbo ridere..
e continuò a guardarsi..e continuò a non piacersi..
visi conosciuti e sconosciuti si sovrapposero al suo..erano tutti più belli di lei..
finchè uno squillo non la risvegliò da quel torpore cosi poco magico..
elisa corse a rispondere cosi come faceva di solito da sempre..ma lungo il tragitto si fermò..si arrestò..
perchè tutta quella fretta si chiese??
e tornò indietro..davanti allo specchio di nuovo..ma stavolta diversa..più forte..più sottile e meno sorridente..
fece una boccaccia all'immagine che lo specchio le trasmise..
poi storse la bocca..quindi si preparò a sorridere mentre lo squillo ancora continuava a torturarle le orecchie..

non si può sorridere a forza pensò elisa mentre si aggiustava il pigiama..
mi viene troppo facile piangere e fare la dura ed è ora che io smetta di piangere e di fare la dura..
di nuovo una boccaccia alla sua immagine..di nuovo uno sberleffo su quel viso che dall'altra parte sembrò sorriderle di gioia..
ma era solo un sembrare..ed elisa questo lo intuì guardandosi..
si riaggiustò il pigiama..erano soltanto le sette del mattino..troppo presto per alzarsi..troppo presto..
si allontanò dallo specchio..prese il telefono..staccò il filo guardando chi l'aveva chiamata..
sua figlia..era sua figlia..
ma che voleva alle sette del mattino??
non ci pensò..non la richiamò..guardò il filo penzolare..
qualcosa di grave per sua figlia era successo..qualcosa di bello per elisa stava accadendo..
ritornò sotto le coltri mentre la curiosità si faceva sempre più proponderante..ma stavolta elisa non l'ascoltò..
chiuse gli occhi..strinse i pugni e piano piano si addormentò sognando cavalli fiori imbizzariti e tanto vento..
un vento che ad un certo punto la costrinse a svegliarsi..e ad accorgersi che erano passate le nove..e che lei era ancora li..calda di letto..il viso disteso..ed un'ombra di sorriso che le accarezzava il volto troppo consumato da persone che chiedevano sempre senza dare mai nulla in cambio dietro..
come se lei fosse scontata..banale ed anche stupida..
ma lei non si sentiva scontata banale ed anche stupida..
ma forse si..forse si..e questo la sconvolse più di tutti i pensieri messi insieme..e sollevando le coltri riandò di corsa allo specchio..e come in una sorta di magia prese a cantare una canzone sottovoce..una canzone che le ricordò che lei era lei..
e questo..si e questo..fece si che elisa non riattaccò il telefono quel giorno..ma si vestì..scese in cortile e piano piano si allontanò da chi le aveva fatto credere per una vita di essere qualcosa..e non qualcuno.


..njara


martedì 11 gennaio 2011

dubbi..timori..ansie




dubbi..timori..ansie

di njara



...dubbi...timori..ansie..paure..la vita di marina era stata costellata da tutto questo..e marina si pentì di aver vissuto tutto questo ma ormai non ci poteva fare più niente se non..
ma no..che avete capito..non si voleva mica uccidere..
marina era forte..marina era una roccia..marina era una grande..ma quel giorno che era festa decise di mandare in quel paese sogni dubbi ed irrealtà..
si distese lemme lemme sul divano e rimase a guardare il soffitto per ore ed ore sempre più a lungo sempre più intensamente sempre con più fissità fin quando sul soffitto comparvero tante piccole lucine e tante piccole ombre che si andarono dipanando nella sua mente..
marina si alzò sconvolta da quel divano..aveva compreso ciò che non aveva compreso da una vita..
si diresse verso la cucina ancora sconvolta..preparò il pranzo per se e per il suo gattino poi si mise seduta a tavola a leggere mentre con una mano sbocconcellava un panino al prosciutto..
scarpetta il suo gatto si infilò di soppiatto fra lei il piatto ed il libro..si accoccolò sulle sue gambe e con una zampetta le accarezzò il viso mentre una lacrima di felice sorriso scese a far compagnia al cibo all'acqua alla tavola leggermente apparecchiata che con un sorriso di felicità si imbandì in un momento di allegria e di coccole..
e cosi è rimasta...da allora.


ciao dentro un abbraccio..

..njara

domenica 9 gennaio 2011

Il silenzio..quel silenzio...




Il silenzio..quel silenzio..

pensieri e favole di njara



sospirò quella mattina ariella presa com'era a guardarsi dentro uno specchio incolore..sospirò quasi rassegnata quando le venne in mente di chiudere gli occhi e provare a cantare..
ma la sua voce intonò una canzone a lei sconosciuta..una canzone che parlava d'amore di frasi dette e di parole non pronunciate..era una canzone triste ma vera..vera come lei non l'aveva mai ascoltata..
poi pensò ad un film che aveva visto la sera precedente..era un film che parlava di tre sorelle..di un papà e di una mamma e lei in qualche modo si riconobbe nelle vesti di una di quelle tre sorelle..la più stupida..la più idiota..la più ingenua la più...non le venne in mente nulla ma aprendo gli occhi si diede dell'imbecille..
non si sputò in volto ma ne aveva tanta voglia..
non perchè il suo volto non le piacesse..anzi tutto il contrario...il suo volto le piaceva ed anche tanto..il suo corpo le piaceva ed anche tanto..ma qualcosa in lei si disprezzava ed anche tanto..qualcosa che lei non riusciva a definire..qualcosa che in lei marciava e covava contro di lei..
ariella si allontanò dalla specchio..sembrava un piccolo soldatino in marcia tanto era stanca ed arrabbiata..arrivò al telefono..lo guardò..poi prese la spina e la staccò dal muro..prese il cellulare e con fare altezzoso aprì la finestra e lo gettò lontano..si proprio come aveva visto fare nel film la sera precedente da quella sorella che lei credeva somigliarle..
o forse era lei che somigliava ad un personaggio del film?? un film girato a sua insaputa..ma pur sempre di un film si trattava..
si guardò intorno ariella..più felice?? no..solo più scontenta per aver fatto qualcosa che aveva visto fare ad altri..
si sentì un pappagallo in quel momento..e quel sentire non le piacque..poi si sedette davanti al computer ed iniziò a scrivere una favola per bambini..
scrisse scrisse scrisse ariella...e più scriveva più le favole non le piacquero più..
smise di scrivere improvvisamente cosi come improvvisamente aveva iniziato..
guardò il video e pensò che era un peccato che non fosse di carta perchè altrimenti avrebbe preso il foglio..lo avrebbe appallottolato e ne avrebbe fatto un mucchietto di polvere..
le sembrò che il telefono squillasse..poi pensò che forse la sua memoria le faceva strani scherzi..ed allora si mise in silenzio assaporando quella parte di se che in silenzio non era stata da una vita..
le piacque quel che senti anche se un po' la spaventò perchè al silenzio non era abituata..o forse..


ecco..a volte basta una parola per non saper più cosa dire..o un pensiero..o chissà cosa per rendersi conto di infrangere qualcosa di prezioso come un silenzio..un silenzio costruttivo..un silenzio ricognitivo..un silenzio fatto per pensare a pensieri sconosciuti che non vogliono far da padroni..
a volte si da' troppa voce a quei silenzi e lo si fa per mille e svariati motivi spesso diversi l'uno dall'altro..
resta il fatto che si fa..e resta il fatto che ci si fa male spesso da soli..senza accorgersene..senza rendercesene ben conto..poi però..

shhh silenzio...la favola è finita..ed una nuova sta per iniziare..ma questa ha bisogno soltanto..di silenzio.

...njara